Confini svizzeri: mappe catastali e preservazione dei cippi

I cippi

Chi va in montagna a fare passeggiate potrebbe aver incontrato di tanto in tanto un cippo, costruzione in pietra con cui sono indicati i confini di un territorio, per esempio fra la Svizzera e l’Italia. Si tratta della rappresentazione concreta delle linee di separazione che si vedono sulle cartine o sulle mappe catastali. Furono posate sul territorio circa quattrocento anni fa e oggi se ne contano circa settemila lungo la maggior parte dei 1899 km di frontiera italiana.

 

L’uomo dei cippi

A sorvegliare e mantenere in buono stato i cippi è un uomo svizzero, che coordina la frontiera nazionale nell’Ufficio federale di topografia. Non si tratta, tuttavia, solo di un rappresentante, ma di una persona che si occupa personalmente e materialmente della buona conservazione di queste pietre. Non è infrequente, quindi, vederlo passeggiare per i boschi in maglietta, jeans, scarpe da ginnastica e giubbino di sicurezza e attrezzi di lavoro. Un factotum, insomma, che da una parte raschia il muschio dai cippi e ne ripassa le scritte con il pennello, e dall’altra si occupa di coordinare le attività con i Paesi confinanti e con i Cantoni, gestisce il budget per i lavori di manutenzione e controlla l’aggiornamento delle mappe catastali.

 

Attività

Gli interventi possono essere di vario genere, come la pulizia, la ritinteggiatura o la riparazione. Se quest’ultima non è possibile o conveniente, si chiede la costruzione di un nuovo cippo. Fortunatamente, le persone della zona rispettano queste pietre e gli atti vandalici sono molto rari, o comunque molto più rari di quelli che si vedono in città. È anche vero che le sanzioni sono severe per chi è riconosciuto colpevole di danneggiamenti o furti: da una multa a cinque anni di detenzione.

 

Confini

Italia, Francia, Germania, Austria e Liechtenstein: questi i territori di confine con cui bisogna gestire i rapporti, poiché i cippi sono di proprietà comune agli Stati vicini. Con la Germania c’è collaborazione sul territorio, con Francia, Austria e Liechtenstein si dividono le spese di manutenzione e con l’Italia sussiste un’equa spartizione dei lavori intorno a Chiasso.

Solitamente i rapporti tra le parti sono sereni e collaborativi, ma possono capitare anche delle discussioni sui numerosi argomenti che possono riguardare la gestione dei confini reali tra due stati da riportare poi sulle mappe.

 

Lavoro e passione

Un lavoro simile difficilmente potrebbe esser fatto senza passione ed entusiasmo, ma è necessario rispettare le coordinate e le indicazioni precise del tracciato.

 

La storia dei cippi

Nel Cantone Ticino il cippo più vecchio è del 1559, altri sono della metà del Settecento, alcuni dell’800 e la maggior parte degli anni Venti del XX secolo. Una tipicità di questi cippi è che il nome della Svizzera era abbreviato dalla lettera S, invece che dalla sigla attuale CH, perché questa non era ancora riconosciuta ed era più lunga da incidere sulla pietra.

 

La storia del curatore dei cippi

La sua formazione è avvenuta in ambito tecnico, diventando geomatico (la geomatica è la disciplina che acquisisce, elabora e divulga informazioni caratterizzate da una posizione in un dato sistema di riferimento) e lavorando per comuni e studi privati, fino ad arrivare a dove è oggi.